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Cixi: il tacco 14 che sedusse l'Impero Cinese

"Ho pensato spesso di essere la donna più intelligente che sia mai esistita … 400 milioni di persone dipendono dal mia giudizio“(Tzu Hsi alias Imperatrice Cixi).

Nasceva il 29 novembre 1935 in Manciuria. Tzu Hsi passerà alla storia come Cixi, ovvero «gentile gioiosa». Sfinge implacabile, ma lucida, determinata ed ambiziosa nella consapevolezza di guidare il più antico impero del mondo, quello Cinese, Cixi è ricordata per la sua ambizione e lussuria.

Nel 1852, la selezione nazionale delle concubine destinate all’imperatore Xianfeng, detto il "Dragone claudicante" a causa di una caduta da cavallo, portò la sedicenne Tsu Hsi a presentarsi. Alle candidate non si chiedeva di essere belle ma di mostrare buona educazione e soprattutto grazia e modestia.

Non era alta ma si faceva notare. Portava un tacco di 14 centimetri posizionato al centro del piede e i lunghi abiti. Aveva il viso incipriato, bianco candido, il labbro inferiore dipinto di rosso, mani delicate con le unghie del mignolo e dell’anulare lunghe 10 cm e protette da un rivestimento di giada e oro, gli occhi erano evidenziati con il kohl. Tzu Hsi "Cixi" fu scelta come preferita imperiale di quinto grado, un livello molto basso, e venne alloggiata nella Città proibita con le altre 19 mogli dell'Imperatore.

In quanto concubina ebbe diritto a 3 chili di carne al giorno e a 4 cameriere personali, mentre all’imperatrice Zhen, moglie di Xianfeng, erano destinati ben 13 chili, una mucca, 10 cameriere e numerosi eunuchi.

Fin da subito, Cixi si dimostra interessata alla vita politica tanto che durante gli incontri con l'Imperatore dispensa suggerimenti politici e instaura un profondo rapporto di stima e amicizia con l'Imperatrice Zhen.

L'aver procreato un figlio maschio la rese una concubina di secondo livello e fu consacrata "Sacra Madre". E così alla morte dell'Imperatore, divenuto suo figlio minorenne il legittimo regnante, in perfetta sintonia con l'Imperatrice Zhen, Cixi inizia ad occuparsi delle questioni politiche dell'Impero. Ma poichè ad un'appartenente del gentil sesso non era permesso occuparsi delle "questioni" dell'Impero, per non violare le tradizioni , Cixi si applicò per interposta persona nominando imperatore il figlio di cinque anni governando nascondendosi dietro ad un paravento di seta giallo alle spalle del trono laccato d’oro su cui sedeva il bambino.

La giornata dell’Imperatrice iniziava molto presto. Si dice che dormisse in modo irregolare: si alzava alle 2 del mattino per passeggiare tra i suoi giardini. Dormiva con un pigiama di seta su un Kang lungo più di 3 metri, un letto di mattoni in uso nel nord della Cina sotto cui d’inverno veniva acceso un fuoco per rendere più caldo e confortevole il sonno. I cuscini erano imbottiti con petali di rosa e di foglie di tè e bucherellati affinché ne fuoriuscisse l' aroma. Il copriletto era imbottito di piume e i drappeggi del letto erano di crespo bianco e di satin color albicocca, abbelliti e decorati con disegni di fenici e altri simboli propizi. Tra le loro pieghe venivano nascosti piccoli sacchettini di aromi profumati che diffondevano il profumo nella stanza.

Appassionata di orologi, accanto al suo erano posizionati più di dodici orologi, alcuni dei quali di John Cox di Londra e il ritratto della Regina Vittoria, icona di femminilità e potere. Appena sveglia, le cameriere con bacinelle di bronzo piene di acqua calda e asciugamani le lavavano il viso e le mani. La sua colazione consisteva in una tazza di latte caldo addolcito con miele e mandorle e un po’ di porridge di radici di loto.

Vanitosa e narcisista, nonostante alle vedove fosse proibito l'uso di cosmetici, dato che nella sua posizione di Imperatrice regnante vi era "costretta" per motivi politici e diplomatici di pubbliche relazioni e con la scusa di seguire gli insegnamenti di Confucio (trascurare il corpo, che era un dono dei genitori, significava mancare loro di rispetto e dimostrare scarso affetto nei loro confronti) aveva una vera e propria beauty routine.

Iniziava spruzzandosi sul viso una mistura di sua invenzione a base di glicerina e di caprifoglio, e poi, dal momento che la sua carnagione scura non piaceva ai cinesi, applicava un velo di cipria rosata, si dipingeva con il rossetto il labbro inferiore e le guance. Utilizzava un profumo con essenza di muschio per il corpo e si rinfrescava l’alito con noci di betel che teneva sempre accanto a sé in borsetta, insieme a uno specchietto tempestato di pietre preziose e a un ventaglio. Scrupolosamente attenta ai particolari, quando i suoi capelli iniziarono a diventare bianchi, iniziò a tingerli regolarmente. Ma dato che la tintura che usava tingeva anche la cute si fece importare da Parigi una tintura che tingeva i capelli lasciando intatta la pelle. La sua routine durava almeno un’ora e si cambiava anche più volte al giorno.

Meticolosa e schizzinosa, si dice che ogni volta che accarezzava uno dei suoi prediletti pechinesi si puliva le mani con un fazzoletto e prima di mangiare si appuntava al petto un tovagliolo con una spilla d’oro.

Un'altra curiosità: il pranzo e la cena dell’Imperatrice consistevano sempre negli stessi piatti,e poiché mangiava sempre le stesse cose i cuochi avevano preso l'abitudine di intascare gran parte del denaro utile per la spesa servendo tutti i giorni gli stessi piatti che l’imperatrice non assaggiava nemmeno fino a quando andavano a male e si riempivano di vermi.

Il suo cibo preferito? il pane confezionato nelle forme più svariate (draghi, fiori, farfalle), fritto o cotto al vapore con zucchero, pepe e sale. Non amava il vino cinese, il samshu, e insaporiva il suo tè con petali di fiori, caprifoglio, rosa o gelsomino oppure infusi di crisantemo coltivato nei suoi giardini. Inventava marmellate e amava foglie di loto e di magnolia fritte nel burro. Alla fine del pranzo, si ritirava per riposare circa un’ora.

Nella giornata del suo compleanno invece, in onore di tutte le creature viventi e come gesto simboleggiante la sua benevolenza, l'Imperatrice Cixi riscattava diecimila uccelli in gabbia lasciandoli liberi nei giardini del Palazzo per tutta una giornata.

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Adorata dal suo popolo, sotto il suo governo il tasso di violenza diminuì rispetto ai governi dei predecessori. Bernardo Bertolucci ne "L’ultimo imperatore" l’ha rappresentata nel letto di morte mentre designa Puyi, di due anni, come suo successore.

Cixi muore il 15 novembre 1908 lasciando circa ventidue milioni di sterline in verghe d'oro e d'argento.

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